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Toscana

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La Toscana non è la più grande regione d'Italia, ma è come se lo fosse. L'estrema varietà del paesaggio, degli abitanti e delle loro espressioni nel campo dell'arte, e molte altre cose, le danno questa dimensione eccezionale. Le possibilità di villeggiatura sono numerose, infatti la Toscana ha un grande sviluppo costiero e comprende zone balneari frequentatissime, prima fra tutte la Versilia, a seguire Pisa, Livorno, Rosignano, Piombino. Lunghi tratti di litorale, specialmente in Maremma, dove sussistono splendide oasi naturali, nelle quali è proibita la caccia, e dove si può osservare la vita degli animali selvaggi, come le riserve di Bolgheri e Burano. Belle località balneari si trovano all'Elba e, in minor misura, all'isola del Giglio e nella piccola Giannutri.

Anche le località termali assumono in Toscana un ruolo particolare e assorbono una enorme fetta di turismo. Due dei maggiori centri termali d'Italia, si trovano in Toscana e sono Montecatini e Chianciano, organizzati con alberghi, parchi, gite e molte altre distrazioni e svaghi.

Per concludere, le montagne toscane offrono eccellenti possibilità di villeggiatura, di tipo piuttosto tranquillo e famigliare, e buone possibilità sciistiche. I centri più frequentati sono l'Abetone, che è il più importante, poi vengono Cutigliano, la Consuma e il Monte Amiata.

Le province toscane sono nove:  
Firenze, Arezzo, Pistoia, Lucca, Pisa, Massa e Carrara, Livorno, Siena, Grosseto.

Firenze
Firenze, resta sempre unofra i due o tre massimi centri artistici del mondo. Tutto ciò che è antico raggiunge qui un equilibrio, un'armonia, una perfezione di forme che sarebbe difficile cercare altrove, Dalle magnifiche costruzioni del Medioevo si passa a quelle del Rinascimento che è nato qui e che qui ha lasciato innumerevoli testimonianze; dalle pitture di Giotto e di Cimabue si passa alle sublimi creazioni di Masaccio e degli altri numerosi pittori del Rinascimento, dalle sculture medievali a quelle di Ghiberti e di Donatello. Ogni chiesa, ogni palazzo è ricordato nella storia dell'arte; e il patrimonio museografico non è meno importante.Non mancano, inoltre, manifestazioni di vario carattere e interesse, che si svolgono in questa città. Ricordiamo "lo scoppio del carro" in piazza del Duomo a Pasqua, la famosissima "festa del grillo" all'Ascensione, la "Rificolona" del 7 settembre. Non meno importante il "Maggio Musicale Fiorentino", che comprende esecuzioni di notevole interesse.

Siena
 Siena, due cose essenziali, sul piano artistico, distinguono Siena dalla sua eterna rivale Firenze: il suo aspetto medievale, con le vie strette e tortuose e gli improvvisi scenari delle piazze. Lo stile Gotico primeggia enormemente sugli altri periodi artistici, così che Siena è stata definita la "città gotica". Di quest'epoca, e specialmente del tardo XIII secolo e di tutto il XIV, restano opere eccezionali come il Duomo, il Palazzo Pubblico con la scenografia dell'antistante Piazza del Campo e le innumerevoli opere della grande scuola locale di pittura sparse nelle chiese e nei musei.
Ma Siena si distingue anche per alcune manifestazioni folcloristiche che la caratterizzano, come il famoso Palio, che si svolge il 2 luglio e il 16 agosto, in Piazza del Campo, e che vede in sfida le diciassette contrade in cui si divide la città (prendono parte alla corsa solo dieci ogni volta, alternandosi).

Pisa
 Pisa, qui l'epoca romanica ha lasciato il suo segno, a questo periodo e a questo stile appartengono, sia pure con qualche aggiunta gotica, i famosi monumenti accentrati nella Piazza dei Miracoli (Duomo, Battistero, Torre pendente e il Camposanto), a questo periodo risalgono, pure, quasi tutte le chiese cittadine, mentre le più importanti opere di scultura, come i pulpiti del Duomo e del Battistero, appartengono al "gotico classicheggiante" di Nicola e Giovanni Pisano.
Se vogliamo partecipare ad un evento folcloristico non dobbiamo mancare alla festa di San Ranieri (16-17 giugno), con la luminaria e la "regata storica" sull'Arno.

Lucca
 Lucca,è un perfetto esempio di città medievale, racchiusa però entro un anello di mura che risale al XVI-XVII secolo, Quasi tutti i suoi maggiori monumenti, come il Duomo e le chiese di San Frediano e di San Michele, risalgono al periodo romanico. Ma più che i monumenti, forse, è l'incantevole atmosfera d'insieme che conta.Non mancano anche qui manifestazioni musicali, e il 13 settembre la Luminaria della Santa Croce, con processione in costume.


Arezzo
 Arezzo,l'antico nucleo ha carattere medievale e rinascimentale, severo e grandioso. Anche in una breve visita non si devono dimenticare la scenografica Piazza Grande, il Duomo, la chiesa romanica di Santa Maria della Pieve e San Francesco con i celebri affreschi di Piero della Francesca.Se ci troviamo ad andare ad Arezzo i primi di settembre (la prima domenica) non ci sarà difficile assistere alla "Giostra del Saracino", appassionante rievocazione di gare medievali in costume.



Pistoia
 Pistoia, qui le cose più interessanti sono la medievale Piazza del Duomo con i suoi monumenti, l'Ospedale del Ceppo, rinascimentale, e la magnifica serie di pulpiti medievali delle chiese di Sant'Andrea, San Giovanni Fuorcivitas, San Bartolomeo in Pantano.


 






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Umbria

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L'Umbria ha caratteristiche che la differenziano da tutte le altre regioni italiane e che la rendono per questo una tra le più belle e singolari. E' divisa in due province, quella di Perugia, e quella di Terni. Il capoluogo è Perugia. Vi sono poi altre città importanti, dal punto di vista storico, artistico, religioso o demografico e sono: Assisi, Spoleto, Todi, Orvieto, Foligno, Città di Castello, Gubbio, Norcia, Cascia, Narni.

Per quanto riguarda il paeseggio tutta la regione è bella, l'Umbria centrale e occidentale è formata da catene di colline e di montagne poco elevate, fra le quali si insinuano pianure e vallate. Le città sorgono quasi tutte sui colli e dominano panorami immensi. In questo contesto si inserisce il lago Trasimeno, dando al tutto un tono idilliaco, con le sue acque cilestrine, i suoi canneti, le sue isole ricche di storia. Un viaggio in Umbria è quindi da prendere in considerazione. E non solo per questo ma anche perchè in questa piccola e poco popolata regione è raccolto un immenso e preziosissimo patrimonio artistico. Già vi si trovano i resti delle civiltà preromane e particolarmente di quella etrusca, ricordiamo a questo proposito Orvieto, e Perugia, poi l'età romana vi lasciò monumenti importanti, specialmente a Spoleto, Narni,  Perugia , Gubbio, Todi, Assisi.

L'Umbria è frequentata ogni anno da un numero altissimo di pellegrini. Non per nulla è detta, "Umbria santa" o "Terra dei Santi"; ma i maggiori pellegrinaggi si dirigono verso Assisi e Santa Maria degli Angeli, per onorare San Francesco e Santa Chiara, e verso Cascia, per venerare Santa Rita. Molto visitata è anche Norcia, per le memorie di San Benedetto e di Santa Scolastica. 

Perugia
 Perugia, uno fra i maggiori centri artistici d'Italia, per l'emozionante carattere medievale delle sue vie tortuose, spesso coperte da arcate o da voltoni, la grigia pietra dei suo monumenti medievali e i capolavori della sua grande scuola rinascimentale di pittura. Il Palazzo dei Priori, con la sala del Collegio del Cambio, affrescata dal Perugino, la Fontana Maggiore, la chiesa di San Pietro, la Cappella di San Severo affrescata da Raffaaello e l'Oratorio di San Bernardino sono i monumenti che non si devono trascurare nemmeno in una breve visita. Se ci troviamo a visitare questa città in estate non dobbiamo dimenticare che vi si svolgono gli spettacoli del "Teatro in piazza"; mentre in autunno la ben nota "Sagra Musicale Umbra".

Assisi
Assisi, la "Città- Santuario" conserva un perfetto carattere medievale e innumerevoli monumenti d'importanza certo non soltanto religiosa: basterà citare la Basilica di San Francesco, con i celebri affreschi di Giotto e di altri grandi pittori del XIII-XIV secolo, la chiesa di Santa Chiara che presenta una facciata a bande policrome con portale e rosone, la cripta ospita le spoglie delle santa. Il 3-4 ottobre in questa città si festeggia San Francesco, e si svolgono una serie di cerimonie nelle chiese di Santa Maria degli angeli e di San Fracesco. In Quaresima c'è la Funzione della Corda Pia, mentre la Settimana Santa si può seguire la Processione del Cristo Morto e altre cerimonie di grande suggestione. Il 30 aprile/ 1 Maggio Calendimaggio, rievocazione di una notte di festa medievale. La Settimana del Corpus Domini si svolge una spettacolare processione detta "delle pianete belle" per i magnifici paramenti di cui si ammantano i religiosi. Il 21/22 Giugno la Festa del Voto, con suggestiva fiaccolata. Il 31 Luglio /2 Agosto, festa del Perdono, con immenso concorso di fedeli e veglia notturna in Santa Maria degli Angeli.

Orvieto
 A Orvieto, il Duomo romanico-gotico, con la sua facciata di uno splendore abbagliante e con i celebri affreschi del Signorelli, è il massimo monumento di una città che è tutta da  vedere, con le sue strade medievali, la sua straordinaria posizione su una specie di grande blocco di tufo, il suo celebre "Pozzo di San Patrizio". In questa città sono notevoli le feste religiose della Palombella (alla Pentecoste) e del Corpus Domini.


Spoleto
Spoleto, a 11 km dalla città, celebri per la suggestiva bellezza del paesaggio e delle rive che le circondano, troviamo le Fonti del Clitunno, il Duomo ( cattedrale di S. Maria Assunta) è, invece, il più importante monumento della città, conserva affreschi di Filippo Lippi e del Pinturicchio e il busto di papa Urbano VIII, opera del Bernini. A Spoleto si svolge ogni anno il famoso Festival detto "dei Due Mondi", in quanto vede a confronto due culture quella nostra e quella americana.

Todi
Todi, città etrusca, poi romana è interessante soprattutto per il suo aspetto medievale, per le sue bellissime piazze fiancheggiate da palazzi e chiese del XII-XIV secolo, e per la grande chiesa rinascimentale di Santa Maria della Consolazione, fuori le mura. La chiesa di S. Maria degli Angeli edificata nel 1569 accoglie la Cappella della Porziuncola legata ai ricordi di San Francesco e la Cappella del Transito dove il Santo è morto.


Gubbio
Gubbio,è con San Gimignano in Toscana, la città meglio conservata del Medioevo italiano. Più che i suoi monumenti, sarà l'aspetto antico, un pò cupo, ma incantevole delle sue vie e delle sue piazze ad attirare la nostra attenzione. Da non dimenticare, comunque, il Palazzo dei Consoli.






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Marche

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Regione bellissima che accoglie molte caratteristiche delle regioni vicine, le colline ricche di vigneti ricordano quelle della Toscana, come gli innumerevoli borghi medievali arrampicati sui colli riecheggiano temi umbri e toscani, la zona costiera ha in gran parte le caratteristiche della Romagna, con spiagge sabbiose a lento declivio, mentre le più aspre catene di montagne ricordano i monti laziali e abbruzzesi.

Tutta la costa, si può dire, è un'unica, interminabile zona balneare. Numerosissimi gli alberghi, le pensioni, i ristoranti. I centri di velleggiatura montana sono località adatte anche agli sport invernali.

Le Marche comprendono quattro province: Pesaro e Urbino, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno. Il capoluogo regionale è Ancona. Le Marche sono quasi misconosciute dalla maggioranza degli italiani, con l'eccezione parziale di Urbino e Loreto, quest'ultima famosa per la "Casa della Madonna" o la Santa Casa.

Pesaro_Urbino
A Pesaro possiamo ammirare il Palazzo Ducale, fatto costruire nel XV secolo da Francesco Sforza, è tra i maggiori edifici civili della città. La Cattedrale, edificata nel Medioevo sugli avanzi di una costruzione romana, il Museo delle Maioliche, che raccoglie esemplari del Quattrocento e Cinquecento provenienti dalle più famose botteghe d'arte di Urbino e di Pesaro e la Chiesa di Sant'Agostino che conserva , tra i dipinti più pregevoli, un'Annunciazione di Palma il Giovane.

Anche aUrbino troviamo un PalazzoDucale, una grandiosa costruzione di Luciano Laurana voluta dal duca Federico nel 1465, all'interno si trova la sfarzosa "Sala del trono" con splendido soffitto e magnifici intarsi alle porte e finestre. Il Duomo, l'interno, a croce latina, è semplice e grandioso. Nella cripta è una scultura di Cristo morto del cinquecentista Bandini.

Ancona
Ancona, interessante per il suo Duomo romanico, per la Loggia dei mercanti fatta costruire da Giovanni Pace, detto il Sodo, nel 1443, la Cattedrale di San Ciriaco, che sorge in cima al colle dal quale domina la città e il porto. Fu edificata in onore di San Lorenzo sui resti di una basilica paleocristiana. Degna di una visita è anche la Chiesa di Santa Maria della Piazza, nella parte bassa della città, costruita nei secoli XI-XIII, sui resti di un'originaria chiesa del VII secolo. Inoltre, chi si reca ad Ancona per la prima volta, non deve mancare di bere alla Fontana del Calamo, costruita dal Tibaldi nel 1558, comunemente conosciuta come la "Fontana delle tredici cannelle". (bere a questa fontana è divenuto un rito tradizionale come quello di gettare la monetina nella Fontana di Trevi a Roma.

Loreto
A Loreto troviamo il famoso Santuario all'interno del quale è custodita la Santa Casa di Nazareth, la casa cioè, in cui Maria ricevette l’annuncio della nascita di Gesù da parte dell’Arcangelo Gabriele. Secondo una tradizione popolare la Santa Casa è stata trasportata in volo dagli angeli tra il 9 e il 10 Dicembre del 1294. Questa credenza ha alimentato ancora di più la devozione e l’affluenza verso il luogo di culto.
La costruzione del santuario è stata voluta dal vescovo di Recanati, Nicolò delle Aste, nel 1469, e fu concluso nel 1587, fatto erigere, appunto per proteggere la Santa Casa.

Ascoli Piceno, anche questa provincia è ricca di interesse artistico, per il carattere medievale o rinascimentale conservato in vari quartieri e per gli innumerevoli monumenti, fra i quali primeggiano la chiesa gotica di San Francesco, con il complesso dell'adiacente piazza del Popolo, dove troviamo il Palazzo del Popolo, un severo edificio la cui costruzione fu iniziata nel XIII secolo. La Chiesa dei santi Vincenzo e Anastasio, la chiesa di San Gregorio Magno che sembra sia stata edificata sui resti di un preesistente tempio romano di Vesta, la Cattedrale, dedicata a S. Emidio, conserva nella Cappella del Sacramento un polittico di Carlo Crivelli, che è tra le maggiori tele di questo pittore. Non dimentichiamo di citare anche il Battistero che sorge accanto al Duomo, Nella parte centrale dell'edificio ci sono i resti della primitiva vasca circolare per il battesimo ad immersione, in sostituzione della quale fu poi collocato un fonte batteismale in travertino, notevole opera longobarda che purtroppo è stata deteriorata dal tempo.


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Organizziamo un viaggio in Italia

Il Lazio

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Il Lazioè una fra le regioni, d'Italia e d'Europa, più varie: una lunga costiera, una splendida serie di zone collinari, grandiose montagne in qualche luogo brulle e selvagge, numerosi laghi, cascate, parchi, boschi ecc...

Ma c'è di più: i resti della civiltà etrusca, gli innumerevoli monumenti romani, le abbazie e i borghi medievali, i palazzi, le ville del Rinascimento e i sontuosi parchi cinquecenteschi e barocchi, tutto questo contribuisce a fare di questa regione una grande zona turistica.

Le province sono cinque: la capitale è

Roma,irresistibile punto di richiamo per la maggior parte dei turisti. Roma, il più grande centro archeologico del mondo, anche per quel che riguarda l'archeologia cristiana: catacombe ecc...Roma dalle antichissime basiliche costruite nei primi secoli della cristianità. Roma, dove il Rinascimento si sviluppa nella capitale grazie anche  al fatto che fu sede di una corte che diventò tra le più famose del mondo, e, come centro del papato, accolse signori, ambasciatori, prelati di ogni parte d'Europa che contribuirono ad arricchire di edifici spettacolari e di opere d'arte. Il periodo 1500-1527 vede all'opera  un gruppo di artisti eccezionali come  Bramante, Raffaello, Peruzzi, Michelangelo e altri. Ma...scopriamolo insieme:


Viterbo, provincia che conserva il maggior numero di resti dell'antica civiltà etrusca. Terra bellissima costellata di grandi laghi craterici, solcata da gole profonde scavate nella roccia tufacea, ricca come poche altre in Italia di monumenti e di borgate medievali, abbellita da parchi realizzati nel Cinquecento e nel Seicento dalle nobili famiglie locali o romane. Questa provincia offre spunti per un giro che deve comprendere, non solo, visite ai resti della Civiltà Etrusca ma, anche ad alcune fra le magigori attrattive del viterbese.

Rieti,la provinciasi insinua fra i grandi monti appenninici fino a superare lo spartiacque e raggiungere la valle del Tronto, a poche decine dall'Adriatico; è un paesaggio di grandi, aspre montagne rotte da gole di roccia grigia. la vetta più frequentata è il Terminillo, dove si è sviluppata una buona organizzazione per gli sport invernali.

Da non dimenticare le altre due province Latina e Frosinone.

Una visita nel Lazio coinvolge turisti di "ogni tipo", sia quelli che vanno alla ricerca di monumenti medievali, basiliche, chiese, resti di antiche civiltà, sia quelli che vanno alla ricerca di località balneari, risorse termali, montane e sciistiche.



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Abruzzo

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Tra le più piccole regioni italiane, dopo la separazione dal Molise avvenuta nel 1963, in Abbruzzo il turismo è favorito soprattutto dal caratteristico paesaggio montano che ha i suoi centri maggiori di villeggiatura estiva e di sport invernali a Roccaraso, Scanno, Ovindoli e Campo Imperatore. Di un certo richiamo sono anche taluni tipici prodotti locali.
La regione abbruzzese conserva manifestazioni folcloristiche di grande interesse e spettacolarità che contribuiscono ad alimentare l'afflusso turistico. Tra esse ricordiamo il famoso "Presepe vivente" di Rivisondoli, la processione del Venerdì Santo a Chieti (che risale al Cinquecento) nonchè la "Sacra Rappresentazione" che si tiene a Sulmona. Singolare infine e caratteristica è la "Festa dei Serpari" a Cocullo durante la quale, completamente avvolta dai corpi dei rettili viene portata in procesisone la statua di San Domenico, protettore dei serpari.

Quattro sono le province di questa regione:

Chieti. Capoluogo del territorio dei Marrucini col nome di Teate, dopo aspre lotte con Roma stringe con essa un'alleanza durante le guerre puniche. Elevata a Municipio, diviene il principale centro economico e culturale della regione ai danni di Aternum (Pescara). La decadenza dell'impero espone città e regione alle violenze dei barbari e degli eserciti che contendono il dominio della penisola. Segue poi le sorti del Regno di Napoli. Nell'ottobre del 1860 accoglie Vittorio Emanuele II, sanzionando l'annessione al Regno d'Italia. 
Tra le bellezze artistiche della città assolutamente da non perdere ricordiamo il  Duomo che si trova sulla piazza principale, edificato nei primi anni del Cristianesimo sui resti di un tempio romano. la Chiesa di San Francesco della Scarpa del XIII sec, con interno barocco. Della Teate romana restano : Il Teatro (II sec.), i Tempietti, le Terme, la Cisterna e l'Anfiteatro. Mentre se vogliamo ammirare  raccolte archeologiche e preistoriche dobbiamo recarci senza dubbio al Museo Archeologico Nazionale. Del periodo medievale rimane la Cattedrale, antichissima, poco lontano da qui, sorge anche la Chiesa di S. Maria del Tricalle, rifatta nella seconda metà del XV sec., con portale a sesto acuto.

L'Aquila. Sorge attorno a uno dei 99 castelli della zona (XIII sec.). Seconda città del Regno di Napoli, di cui segue le vicende, si sviluppa urbanisticamente e monumentalmente a partire dalla metà del XIV secolo. Distrutta da un terremoto (1703), viene riedificata e ritrova un relativo benessere sotto i Borbone ma, nel 1799, soggiace al saccheggio dei Francesi e a nuove rovine. Prende parte ai moti per l'Unità d'Italia.

Tra le bellezze artistiche da vedere ricordiamo S. Maria di Collemaggio, una delle maggiori manifestazioni dell'architettura religiosa abbruzzese, fu edificata nel 1283-1288. Nel 1294 vi fu incoronato papa Pietro Angelieri da Morrone (Celestino V). Adiacente alla chiesa è l'ex Convento dei Celestini, con chiostro e un refettorio dove è affrescata la Crocifissione attribuita a Saturnino de' Gatti. Tra le chiese non dimentichiamo la chiesa di S. Giuseppe, con all'interno il Monumento Camponeschi;S, Pietro di Coppito; S. Silvestro che conserva affreschi del Quattrocento. Nella cappella Branconi si trova una copia della "Visitazione" di Raffaello (l'originale è al Museo del Prado a Madrid). In un ampia zona alberata, con veduta sul Gran Sasso, sorge il Castello, fortezza cinquecentesca a forma quadrata, che ospita il Museo Nazionalee d'Abbruzzo, con materiale archeologico, opere di scultura e pittura, oreficeria, minatura, ceramica ecc...Particolarmente suggestive e degne di una visita sono anche le grotte abbruzzesi, in particolare le Grotte di Stiffe.

Pescara. Di epoca preromana, distrutta due volte dai Longobardi e da Ottone IV (1290), viene fortificata da Ladislao di Napoli (1409) e poi trasformata in piazzaforte da Carlo V. Resisterà all'assedio turco (1566) e a quello austriaco (1707), ma soccomberà ai Borbone (1799). Dal 1867 inizia lo sviluppo della città che, smantellata la piazzaforte, si fonde con Castellammare Adriatico.Tra le bellezze artistiche da vedere ricordiamo il Palazzo della Prefettura, con la Figlia di Jorio, tela di Francesco Paolo Michetti, e la Casa di Gabriele d'Annunzio (XVIII sec., restaurata), che ospita il Museo casa Natale "G. d'Annunzio" con una ricca documentazione sulla vita e la produzione artistica del poeta. Sul lungomare è posta la Nave, scultura di Pietro Cascella. La Casa Cascella ospita il Museo Pinacoteca "B. Cascella", dedicato al capostipite della nota famiglia di pittori e ceramisti che qui ha vissuto, con all'interno opere di tre generazioni della famiglia. Nell'ex fortezza borbonica è allestito il Museo delle Genti d'Abbruzzo, che raccoglie materiale etnografico sulla storia dell'uomo d'Abbruzzo.

Teramo. Fondata dagli Umbri, è città romana e poi possesso dei duchi di Spoleto e dei Normanni. Distrutta in uno scontro tra Normanni e duchi di Puglia (1156), riacquista rilievo sotto gli Angioini. Decade sotto gli Sforza (XVsec.) e diventa poi parte del Regno di Napoli. Tra le bellezze artistiche da vedere ricordiamo il Duomo del 1158, le Chiese di S. Antonio (1227), con un bel portale romanico, S. Getulio, testimonianza della primitiva cattedrale bizantina, S. Domenico con resti affrescati, la Madonna delle Grazie, in origine monastero benedettino (XI sec.), e per terminare il Museo Archeologico che raccoglie opere del Sei e Settencento dell'area centromeridionale.



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Molise

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Dopo la Valle d'Aosta, è la regione più piccola d'Italia. E' stata distaccata dall'Abruzzo e istituita Ente autonomo il 23 dicembre 1963. Il territorio è prevalentemente montuoso e scarsamente industrializzato. I pricipali centri di vileggiatura sono Capracotta e Pescopennataro, Boiano e San Massimo punti di partenza per altopiani magnificamente innevati, come lo è tutto il Maltese. Da non sottovalutare molti altri villaggi situati fra i 500 e i 1200 m di altezza, che possono offrire delle ottime e riposanti vacanze estive.

Le due province del Molise sono Campobasso e Isernia.

Campobasso. La data di fondazione è ignota, comunque è certo che all'arrivo dei Longobardi esistono abitazioni a guardia delle quali  viene eretto un castello. Feudo dei conti di Molise, è coinvolta in diversi conflitti fra questi e gli Aragonesi. Dopo vari passaggi è possedimento dei Carafa e nel XVIII sec. diviene indipendente. Lo sviluppo urbanistico della città avviene con Gioacchino Murat.

L'antico abitato si presenta pittoresco per le vie strette, spesso a scalinate. Centro della città è piazza Gabriele Pepe, dove si erge il monumento bronzeo deidcato al patriota letterato (1779-1849), e piazza della Prefettura, su cui si affaccia la neoclassica Cattedrale della SS. Trinità (1829). La parte più caratteristica di questa città rimane, però, quella antica, raccolta attorno alle vie che salgono seguendo il percorso delle antiche mura, in gran parte abbattute nel Settecento per permettere alla città diespandersi verso la pianura.

Da non dimenticare di visitare la Chiesa di San Bartolomeo apostolo di stile romanico, la Chiesa di Santa Maria Maggiore che risale al principio del Trecento ed oggi è conosciuta come "Madonna del Monte", il Castello di Monforte e il Museo sannitico che raccoglie avanzi della civiltà sannitica.

Isernia. Antica Aesernia, colonia romana già nel 263 a.C., è Municipio in età imperiale. Dopo la caduta dell'impero è devastata da Vandali, Saraceni e da terremoti che si susseguono dall'847 fino al XII secolo. Divenuta città, dal XII alla metà del XVII sec. è capitale della Contea del Molise. Danneggiata dal terremoto del 1805 e nella seconda guerra mondiale.

Tra le bellezze artistiche la Fontana della Fraterna in piazza Celestino V, la Chiesa di S. Chiara, riedificata alla fine dell'Ottocento, con all'interno una Annunciazione cinquecentesca. Nella vicina piazza Andrea d'Isernia sorge la Cattedrale neoclassica, ma di antica fondazione. Degni di nota sono il Palazzo Vescovile, la Chiesa di S. Francesco e il Museo Nazionale di S. Maria delle Monache.




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Puglia

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La regione Puglia  fu abitata fin dalla preistoria e gli indoeuropei Apuli e Messapi vi erano già insediati quando vi giunsero i primi coloni greci (VIII sec. a.C.) che fondarono qui i centri tra i più ricchi e importanti della Magna Grecia come Taranto e Gallipoli. 
I Romani conquistarono definitivamente il territorio nel 209 a.C. (fondando tra le altre la colonia di Brindisi) che godette di un lungo periodo di prosperità. Al crollo dell'Impero Romano la regione divenne possesso bizantino. Grazie alla sua posizione vide crescere traffici e commerci e perciò per lungo tempo gli Arabi cercarono di impadronirsene. Nel 1043 essa entrò a far parte dei possedimenti dei Normanni e successivamente dell'impero Germanico. In quegli anni si costituì  nell'Italia meridionale un grande regno che comprendeva anche la Puglia e che rimase unito fino a quando non entrò a far parte del Regno d'Italia. Questo grande stato subì numerose e successive dominazioni: con la fine degli Svevi, nel 1266 passò agli Angioini, in seguito agli Aragonesi, dal 1503 agli Spagnoli e infine ai Borboni (dal 1735). Dal 1861 la regione entrò a far parte del Regno d'Italia e ne seguì le vicende.

Una grande pianura, una serie di montagne "a tavolato" con poche vette o sporgenze rocciose, una serie ancora più ampia di altopiani formati da pianori sovrapposti a sempre maggior livello: questo spiega la sensazione di "paesaggio orizzontale" che la Puglia ci dà da qualsiasi punto di vista. I monti più alti superano di poco i 1000 m e sono poco noti e frequentati. Il Gargano invece ha un numero di frequenze crescente di anno in anno, non solo per la bellissima costa, ma anche per le sue mete religiose : i santuari di San Michele Arcangelo e di San Giovanni Rotondo e per il suo interno, ricco di foreste e di cavità carsiche dove si trovano grotte ancora da esplorare. Tra le località turistiche più frequentate ricordiamo Rodi Garganico, San Menaio, Peschici, Manacore, Santa Maria di Merino, Vieste, Baia delle Zagare e il Lido di Siponto dalla bella e ampia spiaggia, e molte altre località che non sto qui a menzionare. 

Le province della Puglia sono cinque: Bari, capoluogo, Taranto, Foggia, Lecce e Brindisi.

Bari. Seconda metropoli del mezzogiorno per popolazione e peso economico, grazie al porto è importante soprattutto per i traffici con l'Oriente. Del periodo anteriore alla presenza romana poche sono  le notizie  e anche l'origine del nome è incerta. Strabone, Livio e Orazio parlano di questa cittadina posta su un promontorio isolato dove si sarebbero installate nei tempi più antichi popolazioni di origine peucetica seguite poi da altre, forse i Messapi, che avrebbero avviato rapporti commerciali con i Greci giunti in Puglia nel VIII sec.  a. C.

La maggior parte dei monumenti della città risale ai periodi bizantino, normanno e svevo. Si trovano tutti nella città medioevale che conserva un'urbanistica primitiva, suddivisa per blocchi cresciuti attorno a case-forti. Il nucleo originario è forse la corte del Catapano, di cui restano poche tracce, nel luogo dove, tra il 1087 e il 1197, viene eretta la Basilica di S. Nicola, vescovo di Mira. Nel Museo della Basilica è custodito il prezioso tesoro composto da oreficerie, codici miniati e arredi liturgici. Oltre l'arco che delimita il lato nord della piazza si trova la Chiesetta di S. Gregorio. La stretta via del Carmine, nel cuore della città vecchia, conduce alla Cattedrale dedicata a S. Sabino. Vicino alla Cattedrale merita una visita il Castello, fatto edificare da Federico II di Svevia. Da non tralasciare di visitare il Museo Archeologico che conserva molti pezzi della preistoria  pugliese dal Paleolitico all'età del ferro.

Taranto. La città dei due mari è oggi un centro industriale, sede di basi navali militari. Taras, in latino Tarentum, fondata da Spartani espulsi dalla loro città verso la fine del VII sec. a.C.

A causa dello sviluppo edilizio seguito all'ultimo dopoguerra, ben poco rimane dei molti monumenti storici. La città vecchia, che sorge su un'isola, conserva ancora l'aspetto medioevale. Vi si trovano il quattrocentesco Castello Aragonese, eretto da Ferdinando d'Aragona, la Chiesa di S. Domenico Maggiore del XIV sec. e il Duomo, dedicato a S. Cataldo. A est del nucleo vecchio si estende la città nuova, raggiungibile tramite il ponte girevole del 1958 vicino al quale si trovano il Lungomare Vittorio Emanuele e i giardini pubblici di Villa Peripato. Di notevole importanza per i celebri ori, il Museo Archeologico Nazionale raccoglie antichità pugliesi e materiale preistorico. Interessante una testa di Afrodite in marmo di scuola prassitelica del IV sec. a.C. Degni di nota sono anche il Palazzo Pantaleo e il Museo Oceanografico.

Foggia. Centro agricolo-industriale e commerciale nel cuore del Tavoliere, posto all'incrocio di importanti vie di comunicazione. Città di origine medioevale, viene fortificata da Roberto il Guiscardo e ampliata da Federico II, che elegge Foggia tra le sue residenze più importanti dichiarandola sede imperiale, come si evince dalla lapide relativa al suo palatinum, costruito a partire dal 1223. Nel Quattrocento diviene importante centro commerciale, ma decade nel secolo successivo in seguito al saccheggio dei francesi. Nel 1648 si ribella inutilmente agli Spagnoli e viene poi distrutta da un rovinoso terremoto nel 1731. Ripresasi, dopo l'Unità d'Italia diviene un importnate nodo stradale e ferroviario.

Tra le bellezze artistiche della città ricordiamo: la Cattedrale, fondata intorno al 1170 da Gugliemo II il Buono; la Chiesa delle Croci o del Calvario, un complesso barocco formato da una chiesa del XVIII secolo e da cinque cappelle a cupola contenenti una croce ciascuna; il Palazzo delle Arpi, sede dei Musei Civici, questi comprendono varie sezioni, una sezione scientifica, una sezione storica, una pinacoteca e un museo archeologico, quest'ultimo ricco di materiale litico, di terrecotte, di ceramiche e di bronzi.

Lecce. Centro di intensa produzione agricola di stampo industriale, conserva un'atmosfera colta e antica. Lupiae, città di antiche origini messapiche, diventa la romana Licea, collegata con Brindisi. Nota per il fastoso barocco, conserva anche vestigia dei periodi precedenti, tra cui quello romano, con i resti del teatro e dell'anfiteatro.

Del periodo medioevale rimane la Chiesa dei SS. Nicolò e Cataldo che sorge in un luogo decentrato con annesso un chiostro rifatto nel Seicento e un cimitero voluto dal conte di Lecce, Tancredi d'Altavilla, nel 1180. Dirigendosi verso la città, si entra per l'Arco di Trionfo, o Porta Napoli, eretto nel 1548 in onore di Carlo V. Per le vie Principe di Savoia e Umberto I si giunge al Palazzo del Governo edificio inserito nel complesso monumentale di S. Croce, la più insigne testimonianza del barocco leccese. Degne di uno sguardo sono le Chiese di S. Irene, di S. Maria delle Grazie, del Gesù, di S. Matteo, di S. Angelo e di S. Chiara. Non lontano sorge il cinquecentesco Castello, inserito nella cinta muraria voluta da Carlo V. Per via Vittorio Emanuele si giunge alla piazza del Duomo, con l'elegante edificio del Seminario, che conserva nel cortile il mirabile Pozzetto, capolavoro di cesello, il Palazzo Vescovile, e il Duomo.

Brindisi. Sorge in fondo a un'insenatura, porto sicuro della costa adriatica. La città prende il nome dalla voce messapica brendon, testa di cervo, per i rami del suo porto, simili a corna. Fondata da popolazioni messapiche nel VII sec. a.C., è da sempre centro di scambi con la Grecia.

I resti affiorati nel corso degli scavi sono conservati nel Museo Archeologico Provinciale "F. Ribezzo", che raccoglie le testimonianze del territorio fin dal tempo preistorico. Il Duomo dell'XI secolo, dove nel 1225 vengono celebrate le nozze di Federico II con Jolanda di Gerusalemme, conserva dell'originale tratti del pavimento a mosaico, mentre il resto risale al Settecento. L'edificio più insigne è la Chiesa di S. Giovanni al Sepolcro, non lontano un'altra Chiesa merita la nostra attenzione, è la Chiesa di S. Benedetto con campanile a trifore e chiostro. Tra gli edifici pubblici importante è il Castello Svevo, oggi sede della Marina Militare.



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Basilicata

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I Lucani occuparono le aree interne della regione nel V secolo a. C. e dovettero poi confrontarsi con i Greci insediati lungo la costa ionica, dove in breve tempo Metaponto e Sibari divennero ricche e potenti. Nel III
secolo a.C. i Romani iniziarono la penetrazione del territorio, conquistandolo poi interamente. Nel Medioevo fu ripetutamente contesa da Bizantini, Goti e Longobardi finchè nell'XI secolo venne conquistata dai Normanni, che nel 1130 stabilirono la loro capitale a Melfi e diedero al territorio il nome di Basilicata. Da allora essa seguì le sorti degli altri domini normanni e in particolare della Campania. Passata sotto gli Svevi, Angioini, Aragonesi e Spagnoli, dal 1734 fu governata dai Borboni di Napoli e fece parte del Regno delle Due Sicilie, finchè venne annessa al Regno d'Italia (1861) dopo la conquista garibaldina.

La Lucania è tutta montuosa, tranne un breve settore di pianura costiera e di colline depresse verso lo Ionio. Due i tratti di costa: uno brevissimo, splendido, dirupato sul Tirreno, in corrispondenza di Maratea, che è un'importante stazione balneare e climatica, l'altro più ampio, basso e sabbioso, con belle spiagge, sullo Ionio. Le montange molto varie, in parte boscose e solcate da profondissimi valloni, raggiungono la massima altezza nei gruppi del Sirino e del Pollino. Molto interessante il monte Vùlture, un antico vulcano oggi coperto da selve e che ospita due laghetti entro cavità crateriche, abbastanza frequentato, con una funivia e con magnifiche possibilità di passeggiate nei boschi e di pesca nei laghi, e i dintorni di Lagonegro. Da non dimenticare  le cosiddette "Dolomiti di Lucania" o Murge di Pietrapertosa, vette dirupate con torrioni, guglie e pinnacoli che ricordano realmente, a parte la diversa composizione geologica, le vere Dolomiti.

Le province di questa regione sono due: Potenza che ne è il capoluogo e Matera.

Potenza. Capoluogo della Basilicata, è centro amministrativo e politico, ruolo accresciutosi con la fondazione dell'Università. L'isolamento di un tempo sembra risolto grazie alla superstrada di collegamento con l'autostrada del Sole e con le vie che la uniscono allo Ionio. Sorge in epoca romana, fondata da genti che lasciano i luoghi di origine per la resistenza opposta all'avanzata latina.

L'Antica Potentia abbandonata si trova forse a Vaglio Basilicata, a 15 km di distanza, nei dintorni della quale gli scavi hanno riportato alla luce un tempio, la cinta muraria e i resti di un villaggio. I profughi di Vaglio erigono la  nuova città sulla dorsale di un colle, ove ora è il centro storico. A causa dei terremoti che l'hanno devastata, il patrimonio architettonico risulta piuttosto scarso: il Duomo, costruito verso la fine del XII sec., ampliato e rimaneggiato più volte, ricostruito dopo il 1694, nell'ultima guerra viene nuovamente distrutto e, infine, ricostruito. Poco è rimasto della primitiva costruzione. Di particolare interesse: la Chiesa di S.Maria del Sepolcro, della seconda metà del Duecento e il Museo Archeologico Provinciale che espone testimonianze della civiltà lucana, greca, romana, dauna e messapica. Bella anche la via Pretoria, aperta su terazze e giardini, che è destinata al passeggio pomeridiano.

Matera. In un ambiente naturale dalla singolare conformazione, al centro di una piana ricca di masserie fortificate, sorge la città, nettamente divisa in due parti, quella antica che conserva particolare struttura architettonica con edifici scavati nel tufo, i cosiddetti Sassi, e quella moderna, che si è sviluppata a occidente. Di notevole bellezza la strada panoramica dei Sassi, lungo cui si incontrano due delle cento chiese rupestri presenti, costruite in periodi e stili diversi: le Chiesette di S. Pietro Caveoso e quella di S. Maria de Idris. Più sotto, per viuzze e gradinate, si giunge al Duomo, eretto nel 1270 in forme romanico-pugliesi. Nel centro della città sorgono anche le Chiese di S. Domenico, e di S.Giovanni Battista. Mentre vicino sorge la Chiesa di S. Pietro Barisano, scavata e costruita tra il XII e il XIII secolo, si trova all'estremità del Sasso Barisano, quello edificato con maggior maestria. Circondato dal verde si erge Castel Tramontano, mentre nell'ex monastero di S.Chiara è allestito il Museo Nazionale "D. Ridola" che espone reperti archeologici.



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Calabria

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I Calabri, da cui la regione prende oggi il nome, anticamente abitavano la penisola Salentina, mentre l'attuale territorio era occupato a nord dai Bruzi e a sud dai Vituli. Ma già dal VII secolo i Greci colonizzarono la regione e le sue città (Sibari e Crotone principalmente) raggiunsero grande prosperità e furono considerate il cuore della Magna Grecia.

I Romani la conquistarono dopo la seconda guerra punica (dal 202 a. C.) fondandovi numerose colonie. Con il crollo dell'Impero la regione fu a lungo contesa finchè fu ripresa dai Bizantini, che le diedero il nome attuale ed esercitarono anche una forte influenza culturale. Conquistata dai Normanni (1059), entrò a far parte del grande Regno delle Due Sicilie. Passò quindi agli Svevi, agli Angioini, agli Aragonesi e infine ai Borboni (1734), fino alla conquista del Regno delle Due Sicilie da parte di Garibaldi. Dalla proclamazione del Regno d'Italia (1861) la sua storia si fonde con quella delle altre regioni italiane.

Con i suoi 800 km di costa, la Calabria ha, in potenza, un gran numero di località balneari, su un mare quasi ovunque limpido e pulito. In provincia di Cosenza ricordiamo tra le altre: Praia a Mare, Scalea,Cirella, Diamante, Marina di Belvedere, Sangineto Lido, Marina di Paola, San Lucido, Amantea sul Tirreno, Marina di Roseto, Trebisacce ecc..
In provincia di Catanzaro: Gizzeria Lido,  Pizzo, Vibo Marina, Briatico, Tropea, Nicòtera Marina sul Tirreno, Cirò Marina, Crotone, Catanzaro Lido, Soverato sullo Ionio.
In provincia di Reggio: Marina di Gioia Tauro, Lido di Palmi, Bagnara Calabra, Scilla, Porticello-Santa Trada e la stessa Reggio sul Tirreno e sullo Stretto di Messina, Locri, Bovalino Marina, Bianco, Mélito di  Porto Salvo sullo Ionio. 

La Calabria offre anche luoghi di spiritualità, da non dimenticare il Santuario di San Francesco di Paola, dove il 2 aprile si può assistere alla spettacolare processione in barca. Interessanti in molti luoghi i festeggiamenti per la Settimana Santa, ricordiamo la tradizione dei "vattienti" (battenti), che si percuotono il corpo seminudo con fruste o con pezzi di sughero irti di punte di ferro o di vetro. Usanza questa che si va perdendo di anno in anno ma che sopravvive a Nocera Tirinese e in minor misura a Tiriolo e a Terranova di Sibari. +

Le province calabre sono cinque: Reggio Calabria,Catanzaro (capoluogo di regione), Crotone,Vibo Valentia, Cosenza.

Reggio Calabria. Deve le proprie origini alla colonizzazione greca dell'VIII sec. a. C. da parte di popolazioni calcidesi, che si insediarono in un territorio abitato fin dall'età del Ferro, scacciandovi gli indigeni.

Nella piazza del Duomo sorge la Cattedrale, mentre dietro al Duomo si ergono le mura del Castello Aragonese, oggi sede dell'Osservatorio Geografico, che conserva due poderose torri cilindriche. Pregevoli le 45 sale del Museo Nazionale Archeologico, in cui sono conservate le testimonianze delle civiltà che si sono succedute in Calabria, tra cui i reperti di Locri, Crotone, Caulonia, Sibari. Dal 1981 ospita anche gli splendidi Bronzi di Riace.

Catanzaro. Centro agricolo, industriale, commerciale e artigianale, tra i torrenti Fiumarella e Musofalo, in vista dello Ionio. Incerta l'origine del nome, la cui radice pare araba, sebbene la città sia fondata dai Bizantini verso la seconda metà del X secolo.

Tra le bellezze artistiche: il Duomo del XII sec, la Chiesa del Rosario di antica origine, conserva una Madonna della Vittoria che ricorda la battaglia di Lepanto, la Chiesa di S. Omobono, di epoca normanna, la Chiesa dell'Immacolata, fondata dai francescani verso la fine del Trecento. Degni di una visita il Museo Provinciale allestito presso Villa Margherita, comprende materiale archeologico, mentre presso la Scuola Mazzini si trova il Museo dell'Arte della Seta che conserva antichi telai, sete, damaschi e diverse attrezzature per la filatura.

Crotone. E' il più importante centro industriale della Calabria, posto sulla costa ionica a nord di capo Colonna, con porto attrezzato e impianti balneari e sportivi.

Tra le bellezze artistiche: il Duomo, del XVI sec, il Castello, eretto intorno al IX secolo è oggi sede del Museo Civico che comprende una sezione araldica, una raccolta di armi e una sezione di ceramiche e terrecotte provenienti dal Monastero di S. Chiara. Il Museo Archeologico Nazionale raccoglie oggetti e frammenti architettonici dall'era preistorica all'età romana. L'ottocentesco PalazzoFonte-Calojro è sede del Museo Provinciale d'Arte Contemporanea

Vibo Valentia.(Foto di Charlie Pontus) Posta in posizione elevata, a 476 m, la cittadina conserva i resti di un passato fiorente. Chiamata fino al 1928 Monteleone di Calabria, assume il nome attuale dopo la scoperta di Hipponion, fondata dai Locresi nel VII sec. a.C. e divenuta Vibo Valentia in epoca romana. 

Tra le bellezze artistiche: il Castello normanno, è sede del Museo Archeologico Statale "V. Capilbi", con reperti provenienti da Hipponion. Il Duomo, seicentesco è stato edificato sul sito di un'antica basilica bizantina e in seguito rimaneggiato. Interessanti la settecentesca Chiesa del Rosario e quella di S. Michele, di epoca rinascimentale.

Cosenza. Centro agricolo, commerciale, industriale e base di escursioni sulla Sila. Capitale delle popolazioni bruzie, è fondata da Brezio, figlio di Ercole.

Tra le bellezze artistiche: Il Castello, eretto dai Saraceni, la Cattedrale in stile gotico-cistercense del XII sec., la Chiesa di S. Domenico, sulla riva sinistra del Busento dal 1448. Nell'ex Convento di S. Francesco d'Assisi, ben conservato, è una Raccolta Temporanea con opere di Mattia Preti, Giovanni Battista Caracciolo e Francesco Solimena. Il Museo Civico Archeologico ospita una raccolta dalla preistoria al periodo imperiale, tra cui ceramiche, bronzi, ferri, ambra, paste vitree, dipinti e bassorilievi d'arte meridionale.


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A spasso nella città eterna: Roma.

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Roma, culla della civiltà occidentale, è il centro della vita politica del Paese e di alcuni settori di servizi e del turismo. L'origine di Roma, il cui nome ha un significato incerto, è legata alla vicinanza del Palatino al guado del Tevere, che facilita le comunicazioni. La sua fondazione, dovuta secondo la leggenda a Romolo e Remo, (753 a. C), pare attribuibile, invece, alla fusione di tre piccoli insediamenti sul Palatino che formano la "Roma quadrata". Il periodo dei Sette Re è in buona parte leggendario; è probabile comunque che una influenza latina si sia sostituita una influenza etrusca, di cui rimangono tracce nelle istituzioni civili e religiose fino all'epoca cristiana.

I resti dell'antica e gloriaosa Urbe campeggiano nei Fori: il Foro di Gulio Cesare, il Foro di Augusto, il Foro di Traiano, con la colonna Traiana (29,78 m) che celebra le battaglie contro i Daci, e il Foro Romano, per secoli cuore della vita pubblica di Roma.Quest'ultimo comprende la Curia, l'Arco di Settimio Severo, le otto bellissime colonne del Tempio di Saturno, Il Tempio dei Dioscuri, S. Maria Antiqua, il Tempio di Vesta, la Casa delle Vestali, il Tempio di Antonino e Faustina, la Basilica di Massenzio o di Costantino e l'Arco di Tito. 

Ma il più famoso monumento all'antichità è il Colosseo, o Anfiteatro Flavio, simbolo della città, iniziato da Vespasiano e inaugurato da Tito (80 d.C.), destinato a spettacoli e combattimenti fino al VI secolo. Di forma ellittica, ha circonferenza di 527 metri e il muro esterno (alto 57 m) suddiviso in quattro piani. A pochi metri l'Arco di Costantino (315 d. C.), che commemora la vittoria dell'imperatore su Massenzio a Ponte Milvio. Non lontano, in fondo a Via dei Fori Imperiali, si incontra il Campidoglio, cui si accede salendo la cordnata disegnata da Michelangelo; il colle consta di due sommità: la prima con la Chiesa di S. Maria in Aracoeli, la seconda con il Mueso Capitolino, il Palazzo Senatorio e il Palazzo dei Conservatori. Sempre a Michelangelo si deve la collocazione su basamneto della Statua di Marco Aurelio, opera equestre in bronzo risalente al II secolo. Il Palazzo dei Musei Capitolini e la Pinacoteca conservano la più antica raccolta pubblica di arte nel mondo, con sculture classiche e quadri di Tiziano, Caravaggio e Rubens.

Tra gli edifici religiosi sono imperdibili le quattro basiliche patriarcali: oltre alla Basilica di S. Pietro, il ristretto gruppo comprende S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S.Paolo fuori le Mura. San Giovanni in Laterano fu fondata da Costantino e ristrutturata sotto Innocenzo X a partire dal 1647. Da ricordare un affresco di Giotto e il chiostro cosmatesco costruito dai Vassalletto (1215). S. Maria Maggiore, basilica paleocristiana (sec. V), conserva all'interno il pavimento cosmatesco (sec.XII) e il soffitto attribuito a Giuliano da Sangallo (fine '400). La navata mediana e l'arco di trionfo, documento rarissimo dell'arte del Basso Impero (432-440 d.C.), sono coperti da mosaici con scene del Vecchio Testamento; l'Oratorio del Presepio, sotto l'altare, ha sculture di Arnolfo di Cambio (fine '200), mentre sulla sinistra si fronteggiano la Cappella Sistina del Fontana e la Cappella Paolina del Porzio.

San Paolo Fuori le Mura fu eretta dall'imperatore Costantino nel 314. Distrutta da un incendio (1823) e ricostruita sull'antico modello dal Poletti, conserva una porta bronzea (1070), un tabernacolo gotico di Arnolfo di Cambio (XIII sec.) e un chiostro dei Vassalletto.

Anche la scenografia di Roma è unica, ci sono posti incantevoli come Piazza Navona, con le tre fontane, tra cui quella dei Fiumi del Bernini; Piazza del Popolo, di forma ovale, sistemata dal Valadier (inizio '800), con le chiese gemelle della seconda metà del '600 che abbelliscono il Tridente, formato dalle Vie del Babuino, del Corso e di Ripetta; Piazza di Spagna circondata da palazzi del '700 e ornata al centro dalla  Barcaccia, originale fontana opera di Pietro Bernini; la scalinata di Trinità dei Monti (1723) del De Sanctis, con i suoi 137 gradini; la Fontana di Trevi (1762) del Salvi, arricchita di gruppi scultorei e fantastici giochi d'acqua.

Il patriomonio museale della città è sterminato; non si tralascino la Galleria Borghese che conserva statue del Bernini, quadri del Caravaggio, la Paolina Bonaparte del Canova, tre dipinti del Raffaello e varie opere di Correggio, Tiziano e altri; la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, che ospita la più importante raccolta di arte italiana dal 1800 a oggi; il Museo Nazionale di Villa Giulia, che raccoglie soprattutto materiale archeologico etrusco; il Museo Nazionale Romano, e Palazzo Attemps, con importanti collezioni di sculture antiche.

Per via dell Conciliazione si accede a Piazza S. Pietro, meravigliosa e monumentale creazione del Bernini. Fa da corona alla piazza una quadruplice colonnato disposto su due grandi emicicli e ornato da 140 statue. Dal fondo domina maestosa la Basilica di S. Pietro in Vaticano, costruita tra il 1506 e il 1626 su una chiesa preesistente del IV secolo, fatta erigere da Costantino. Da Rossellino a Fontana, grandi architetti si alternarono nella direzione dei lavori. Su tutti il genio di Michelangelo, a cui si deve il progetto della cupola. La facciata, di gigantesche dimensioni, è articolata in otto colonne e quattro pilastri. All'interno, nella prima cappella di destra la Pietà, opera del giovane Michelangelo. Nel transetto destro il monumento di Clemente XIII, del Canova. Nell'abside la cattedra di S. Pietro, del Bernini e, ai lati, il monumento di Urbano VIII, dello stesso artista, e quello di Paolo III, di Giacomo della Porta. Verso sinistra è la pala marmorea Leone incontra Attila, dell'Algardi. Nella navata sinistra, dopo l'abside, l'ingresso alla Sagrestia e la cappella di S. Gregorio Magno. Tra la terza e la seconda cappella il monumento di Innocenzo VIII Cybo, opera di Antonio Pollaiolo.

Tappa d'obbligo sono i Musei Vaticani. La visita deve comprendere almeno le Stanze di Raffaello e la Cappella Sistina (cappella dei pontefici, con magnifici affreschi laterali dovuti ad artisti quali Perugino, Pinturicchio, Botticelli, Rosselli, Signorelli, Ghirlandaio, Piero di Cosimo). La volta affrescata è opera di Michelangelo, così come il Giudizio Universale, affresco di straordinario impeto che ricopre la parete dell'altare. Nella Pinacoteca sono conservate pregevoli opere di Simone Martini, Beato Angelico, Filippo Lippi, Benozzo Gozzoli, Pinturicchio, Perugino, Raffello Sanzio, Giulio Romano, Sebastiano del Piombo, Caravaggio, Guido Reni, Guercino, Tiziano, Van Dyck, Lawrence.



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Tour intorno a Roma prima parte

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  Prima tappa: il Colosseo

Il Colosseo, è il simbolo di Roma, esso racconta il periodo in cui Roma era il centro dell'Impero.
Fu costruito nel 79 d.C. per volere di Vespasiano. Era il primo imperatore non "patrizio". Fece costruire questo anfiteatro perchè anche i plebei potessero assistere ai giochi. Morì proprio nel 79, per cui fu inaugurato da suo figlio Tito nell' 80 d.C. In quell'occasione si fecero spettacoli e giochi che durarono 100 giorni, vi furono uccisi 5000 animali. Si chiama Colosseo perchè accanto sorgeva un'enorme statua raffigurante Nerone "dio sole", che veniva chiamata colosso.Vi erano 50.000 posti a sedere.Vi si facevano le "Venationes, cacce ad animali feroci, e i "Munera", combattimenti tra gladiatori. E' alto quasi 49 m ed ha 4 piani. I primi tre hanno 80 arcate sorrette da pilastri con addossate semicolonne. La facciata è interamente di travertino.

Curiosità:
La brutta fine di un architetto. Secondo un'antica tradizione il nome dell'architetto del colosseo, sarebbe stato Gaudenzio e la sua ricompensa per aver progettato il colosseo fu di essere stato gettato vivo in pasto ai leoni. Alla costruzione dell'anfiteatro avrebbero lavorato ininterrottamente 15.000 uomini per dieci anni. Lungo in totale 188 metri, largo 156, alto 57, con un'arena di 76 metri per 56 conteneva oltre 50.000 spettatori. Si è calcolato che i ruderi oggi esistenti corrispondono a più di un terzo della costruzione antica. Per costruirlo si calcola che siano stati usati oltre 100.000 metri cubi di travertino, più marmi ed altri materiali, e 300 tonnellate di ferro per le graffe poi asportate per altri usi durante la misera età medievale.

Il colosso del colosseo...non c'è più... solo alcune lastre di travertino nel piano stradale indicano il punto in cuo sorgeva, a sinistra dell'imbocco di via dei Fori Imperiali. Era una statua alta 30 metri di bronzo dorato, rappresentante Nerone (che se la fece fare dopo l'incendio di Roma) in sembianza di sole con la testa circondata di raggi. Secondo molti cronisti, la testa circondata dai raggi, la fece sistemare al suo osto Vespasiano, sostituendola con quella di Nerone. I raggi erano sette, e misuravano ventinove piedi e mezzo ciascuno. Prima la statua si trovava all'ingresso della Domus Aurea; fu trasportata quì usando 24 elefanti. In molti sostengono che il nome "colosseo" non alluda alle enormi dimensioni dell'edificio ma piuttosto alla vicinanza al colosso "neroniano".

Terribile profezia: Nel VII secolo il venerabile Beda fece la seguente profezia: "finchè starà il Colosseo, starà Roma, quando cadrà il Colosseo finirà anche Roma, ma quando cadrà Roma finirà anche il mondo"

Seconda tappa:  il Campidoglio

Roma Capitale: la parola capitale deriva proprio dal colle Capitolino, "Capitolium". La piazza Campidoglio era il cuore di Roma quando la città era davvero "caput Mundi".

Uno dei 7 colli di Roma era il Capitolino, oggi Campidoglio. E' un colle con due sommità. Su una di queste sorge oggi la chiesa dell'Aracoeli. Sull'altra la piazza del Capidoglio con la sede del Sindaco.

Per arrivare alla piazza si sale un'ampia scalinata dai gradini bassi e larghi, costruiti così perchè ci salivano anche i cavalli. Alla base vi sono due leoni che provengono dall'antico Egitto. La piazza fu disegnata da Michelangelo, come anche i 3 palazzi.

La forma è a trapezio, per questo Michelangelo pensò un disegno che desse un'impressione di regolarità. Ne è risultato questo capolavoro d'armonia.

Terza tappa:"I Fori imperiali".

Dal Colosseo, guardando verso il monumento al Milite Ignoto, si snoda la via dei fori Imperiali.
Qui hanno camminato grandi imperatori di Roma, come Ottaviano Augusto, Traiano, Marco Aurelio e
tutti quelli che abbiamo conosciuto studiando la storia.

Incamminandosi per la via dei Fori imperiali si incontra il tempio delle dee Venere e Roma. Si intuiscono le dimensioni grandiose: 100m di larghezza e 145 di lunghezza! il tempio, era diviso quasi a metà dalle due statue: quella di Venere (ricolta verso il Colosseo) e quella di Roma (rivolta verso il foro romano). Oggi al posto della dea Roma sorge la Chiesa di Santa Francesca Romana. Proseguendo il cammino troviamo il Foro di Cesare, di cui rimangono le 3 colonne corinzie appartenenti al tempio di Venere genitrice, che Cesare volle costruire in ringraziamento per la vittoria contro Pompeo a Farsalo nel 48 a. C. La colonna traiana fu dedicata nel 113 d. C., a Traiano. E' alta quasi 40m. Sulla colonna sono scolpite le imprese del grande imperatore, in bassorilievo. Sulla sommità si trova la statua di S. Pietro che sostituì quella di Traiano nel 1587. Il foro di Augusto. Un tempio imponente, detto di Marte Ultore (cioè vendicatore) si trova nel foro di Augusto , di fronte al Foro di Cesare, fu fatto costruire da Ottaviano dopo che ebbe vendicato la morte di Cesare uccidendo Bruto e Cassio. Del tempio restano alcune colonne corinzie di marmo bianco e la solenne scalinata.

Che impero!!!!

La grandezza e l'espansione dell'impero romano non è raccontata solo dalle mura e dalle statue, ma anche dal carattere dei romani. Il poeta Gioacchino Belli diceva che i romani hanno un forte senso di superiorità che si coglie persino nell'inflessione del dialetto: sembra sempre che prendano in giro chi non è romano.

Quarta tappa:"Piazza Venezia".

Piazza Venezia ricorda momenti tristi e terribili.
Ricorda sopratutto la guerra. L'imponenza del Monumento al Milite Ignoto rende presenti in ogni momento, le migliaia di soldati morti in guerra. E palazzo Venezia ricorda Mussolini che, da quelle finestre, gridò "Italiani all'armi!". Così l'Italia entrò nella seconda guerra mondiale era il giugno del 1940.

La "macchina da scrivere", così i romani chiamano questa maestosa costruzione terminata nel 1911. Fu pensata come omaggio all'unità della patria. E' un ideale altare della patria in marmo bianco, non, come la maggior parte delle costruzioni di Roma, in travertino. Ma, secondo i più esperti studiosi di arte, è un vero pugno nell'occhio, nella storia della splendida Roma.

Quinta tappa:"Piazza di Spagna".



Piazza di Spagna prende il nome dal palazzo dell'ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.

I palazzi di questa piazza sono del '600 e '700. Due punti sopratutto attirano la nostra attenzione: la fontana della 'Barcaccia' e la scalinata che porta alla chiesa della S. Trinità dei Monti.
La scalinata fu realizzata in travertino, da Francesco De Sanctis tra il 1723 e il 1726. Si sviluppa in 12 rampe. La chiesa di Trinità dei Monti è una delle più grandiose chiese francescane della città. La costruzione iniziò nel 1503 per volere di Luigi XII di Francia. La facciata è di Carlo Maderno, che lasciò la sua impronta sopratutto nella basilica di San Pietro. La fontana è del padre di Gianlorenzo Bernini, Pietro. Raffigura una barca che affonda e getta l'acqua da poppa a prua.


Tour intorno a Roma...parte seconda

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Sesta tappa:"Piazza del Popolo". 

Piazza del Popolo
Piazza del Popolo......
4 statue che rappresentano le 4 stagioni e 2 fontane (Nettuno tra i tritoni e Roma tra Tevere e Aniene); al centro un obelisco egiziano trasportato a Roma da Augusto; 2 chiese gemelle (Santa Maria dei miracoli e Santa Maria di Monte Santo).

Andataci!!!!! Potete passare attraverso la grande e bella porta Flaminia su cui è scritto il saluto per voi in latino: "per un'entrata felice e piena di fortuna".



Nettuno
Dea Roma


 Settima tappa:"Piazza Navona".

Piazza Navona
E' la più bella piazza del mondo. E' un ovale perfetto,misura 240m di lunghezza e 65 di larghezza. Qui sorgeva lo stadio Domiziano. Nell'epoca imperiale si facevano corse di bighe e combattimenti. Nel medioevo feste popolari e tornei, poi cortei, processioni, pazzie di carnevale. Oggi sopratutto il 6 gennaio, si riempie di bancarelle che vendono di tutto.

Al centro si trova la bellissima fontana dei 4 fiumi, del Bernini. I fiumi sono il Gange, il Danubio, il Rio della Plata e il Nilo (che ha il volto velato perchè non se ne conoscevano le sorgenti. Proprio di fronte alla fontana si trova la chiesa di S. Agnese in Agone opera dell'allievo e rivale di Bernini: Borromini.


DUE CURIOSE STORIE DI UNA DELLE PIU’ BELLE E FAMOSE PIAZZE ROMANE…

PIAZZA NAVONA
Le bestie sulla fontana

Una straordinaria popolazione di animali (realmente esistenti o frutto della fantasia) popolano la famosa fontana di Piazza Navona, creata dal Bernini. E’ divertente scoprirli tra le rocce…sono sette, più i tre piccoli dello stemma. A questo punto suppongo che vi starete chiedendo quali siano questi strani animali nascosti… forse siete stati in quella piazza centinaia di volte e non ci avete mai fatto caso…ma se guardate con attenzione vedrete:

Il cavallo, il serpente di terra, il serpente di mare, il delfino che oltre a servire da ornamento serve da inghiottitoio delle acque, il coccodrillo (o mostro coricato), il leone e il dragone.

Non tutti sono facilmente riconoscibili, il dragone per esempio spruzzato dall’acqua è diventato quasi uno stalattite, ma ancora spalanca le fauci; il serpente di terra invece è nascosto lassù in alto…ai piedi dell’obelisco.

Quindi se siete romani, o se andate a Roma…dateci un’occhiata ma…attenti a come fate il giro della fontana! 

La Fontana

Un sortilegio ormai famoso, ma che non tutti conoscono, fu fatto sulla famosa fontana di Piazza Navona. Infatti chiunque faccia il giro della fontana andando verso destra (quindi in senso antiorario) insieme al proprio fidanzato, marito o amante che sia, lo perderà inesorabilmente entro 6 giorni.

Si dice infatti che: "Ha sciolto più unioni felici la fontana di Piazza Navona, che un tribunale di Reno" Ma ci sono due particolari che rendono ancora più interessante la storia: Uno è che il sortilegio non funziona in senso inverso, e l'altro (ancora più curioso del primo) è che nessuno, tra i milioni di visitatori della fontana, fa il giro in senso orario, cioè non pericoloso. Tutti...inconsapevolmente e istintivamente...scelgono il senso peggiore.

Ottava tappa:"Santa Maria Maggiore".
Santa Maria Maggiore
Nella città di Roma vi sono 3 grandi basiliche che fanno parte dello Stato Vaticano

Santa Maria Maggiore, San Paolo Fuori le Mura, San Giovani In Laterano.

Estate 352 d. C.. Improvvisamente cade la neve. E' un miracolo e Papa Liborio fa costruire una basilica in onore di Maria. L'attuale basilica di Santa Maria Maggiore ricorda quel miracolo. L'interno, a tre navate, suddivise da 40 colonne ioniche. Il soffitto a cassettoni si dice sia stato costruito con il primo oro proveniente dall'America e donato dai re di Spagna. Sul fondo il bellissimo mosaico con Gesù che incorona Maria.

Nona tappa:"San Paolo Fuori le Mura".
San Paolo fuori le mura
Fu costruita da Costantino, sulla tomba dell'apostolo Paolo. Nel 1823 un incendio la distrusse e fu ricostruita nel 1854. All'esterno un grandioso portico con 146 colonne in granito fanno cornice all'imponente statua di San Paolo. L'interno è a cinque navate separate da 80 colonne. Al fondo uno splendido mosaico dorato raffigura il Cristo tra due angeli. Vi è un chiostro interno molto caratteristico: le colonne che lo adornano sono infatti decorate in modo diverso l'una dall'altra.

Decima tappa:"San Giovanni in Laterano".
San Giovanni in Laterano

E' la cattedrale di Roma, cioè la sede del vescovo di Roma (che è il Papa). La facciata, in travertino è imponente. Enormi colonne corinzie sorreggono il terrazzo con le statue raffiguranti il Cristo, San Giovanni Battista, San Giovanni evangelista e i dottori della Chiesa. Sono alte 7 metri. L'interno è a 5 navate per una lunghezza di 130 metri. Il tabernacolo, al centro, è in stile gotico, poco presente in Roma. Lo splendido mosaico nell'abside raffigura Cristo
redentore.

 Undicesima tappa:"Castel Sant'Angelo.

Castel Sant'Angelo
Fu fatto costruire nel 135 dall'Imperatore Adriano come mausoleo proprio e per i suoi successori. Con il passare dei secoli fu trasformato in carcere da Teodorico;Ottone terzo impiccò ai merli del castello Crescenzio; papa Gregorio VII subì nel castello l'assedio da parte di Enrico IV; e sempre quì i romani resistettero a Barbarossa. 

Tra coloro che conobbero queste umide e tetre segrete possiamo elencare: il cardinale Vitelleschi che vi morì nel 1440, gli umanisti Platina e Pomponio Leto, Innocenzo VIII, il poi futuro papa Paolo III; vi finirono i loro giorni anche molte vittime dei Borgia, e quì vi morì strangolato anche il cardinale Carafa, vi furono imprigionati, torturati e processati Beatrice Cenci con i familiari e Giordano Bruno.

Curiosità

GLI ORRORI DEL SAMMALO: Spaventose carceri quelle di Castel Sant'Angelo, forse più di tutte le altre carceri di quel tempo. In queste c'è qualcosa di tetro e di terrificante che, unito al loro perfetto stato di conservazione, le rende molto eloquenti. Le cosiddette "prigioni storiche", ospitate nei sotterranei del cortile di Alessandro VI, sono terribili spazi senza aria e senza luce, di pochissimi metri quadrati in cui si entra per una porta incredibilmente bassa. Ancora più spaventosi sono i silos circolari dove il prigioniero veniva calato dall'alto in un ambiente soffocante e sopravviveva miseramente in mezzo ai suoi stessi escrementi fino alla morte.

LA NINNA NANNA DI TRASTEVERE: Il Contestabile di Borbone, che con i suoi soldati invase e saccheggiò tre volte il quartiere di Trastevere, si è trasformato nell'atterrita immaginazione popolare in un "bau bau", ancora vivo in questa ninna nanna: "Fatte la ninna, e ppassa via Bbarbone E nun vieni più ssu che cc'è ppapane: sinnò tte caccia fora cor bastone. Fatte la ninna e ppassa via Bbarbone"

L'ANGELO: Secondo una leggenda, l'angelo che sovrasta Castel Sant'Angelo ricorda una visione di papa Gregorio Magno: mentre tornava verso San Pietro con una processione da lui ordinata per impetrare la fine di una pestilenza, il papa avrebbe visto librarsi sopra la mole un angelo dalla spada sguainata, che poi lentamente rimise nel fodero a significare che il flagello era finito. L'angelo che ora è sopra Castel Sant'Angelo, però, è il sesto della serie: il primo era di legno e si consumò, il secondo di marmo e crollò, il terzo di marmo con ali di bronzo e fu abbattuto da un fulmine, il quarto venne fuso per farne armi al tempo dell'assedio di Roma (1527), il quinto fu rimosso ed ora si trova all'interno del cortile detto "delle palle" del castello. L'angelo attuale è di bronzo.


Tour intorno a Roma prima parte 


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Le origini di Roma secondo la leggenda

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Le origini di Roma secondo la leggenda

La storia della fondazione di Roma è avvolta nella leggenda ed è collegata con il più famoso dei miti greci: la guerra di Troia. Come narra Virgilio nell'Eneide, il troiano Enea, figlio di Anchise e della dea Venere, fuggì con il vecchio padre, il figlioletto Ascanio ed un pugno di uomini dalla città incendiata dagli achei e giunse, dopo numerose peripezie, alle coste del Lazio. Qui vinse e uccise in battaglia Turno, re dei rutuli e fondò una sua città che chiamò Lavinio, in onore della moglie, Lavinia, che aveva ottenuto da Latino, re del paese. Ascanio (o Iulo) abbandonò la città paterna per fondare, sui Colli Albani, Albalonga, dove i suoi discendenti regnarono in pace per molte generazioni fino al re Proca.

Alla sua morte, questo re lasciò due figli, il minore dei quali, Amulio, strappò al fratello maggiore, Numitore, il regno. Per impedire che Rea Silvia, unica figlia di Numitore, avesse una discendenza in grado di rivendicare il trono, Amulio costrinse la fanciulla alla castità come sacerdotessa della dea Vesta, ma non poté impedire che il dio Marte le facesse generare i gemelli Romolo e Remo. Sdegnato e impaurito, Amulio condannò i nipoti ad una morte sicura, facendoli esporre, secondo la consuetudine, in un canestro lasciato sul Tevere in piena.

Le acque del fiume però si ritirarono e i due neonati vennero allattati da una lupa finché, raccolti dal pastore Faustolo, crebbero con lui tra le greggi. Un giorno però i due fratelli scoprirono la loro origine e si vendicarono mettendo a morte Amulio e restaurando sul trono di Albalonga il nonno Numitore; poi decisero di fondare una loro città nel luogo in cui erano stati abbandonati alle acque. Secondo i riti in uso presso gli etruschi, essi interrogarono gli dèi attraverso il volo degli uccelli per sapere chi dei due fosse destinato alla nuova fondazione e, ricevuto un responso ambiguo (Remo vide "per primo" sei avvoltoi, ma Romolo ne vide "dodici"), Romolo tracciò con l'aratro sul colle Palatino il solco quadrato che valeva come un confine sacro (21 aprile del 753 a.C.).

Remo per derisione valicò il solco con un balzo, gesto che equivaleva ad un'invasione, e a Romolo non restò che ucciderlo per difendere il suo territorio. Romolo diede asilo nella sua città a uomini di ogni provenienza e di ogni condizione, ma poiché mancavano le donne e i popoli vicini rifiutavano di imparentarsi con i romani, durante i solenni giochi che bandì in onore di Nettuno fece rapire le figlie dei sabini e poi sostenne contro di loro una guerra, sedata dall'intervento delle stesse donne sabine che convinsero i due popoli a condividere la cittadinanza; il potere venne così gestito in comune da Romolo e da Tito Tazio, che regnarono su sabini e latini ormai uniti. Morto il re sabino, Romolo rafforzò l'autonomia dell'Urbe sui popoli vicini, diede una costituzione civile e militare e quindi venne assunto in cielo e venerato con il nome di Quirino.


La realtà storica: il Settimonzio

Quando i latini si stanziarono nel Lazio, a sud del corso inferiore del Tevere, dettero vita a parecchi villaggi di agricoltori e di pastori. Alcuni di questi insediamenti, che sorgevano a poca distanza l'uno dall'altro sui colli del Palatino, del Celio e dell'Esquilino, si unirono dapprima in una lega politico-religiosa, detta Settimonzio, ed in seguito si fusero addirittura in un'unica città: Roma. Ciò avvenne in un momento imprecisato, fra il IX e l'VIII sec. a.C. Roma quindi non "nacque" e non venne "fondata" da Romolo in un preciso momento, il 763 a.C., come narra la leggenda, ma si formò gradualmente dalla progressiva unione di villaggi che esistevano già da molto tempo. La zona era del resto favorevole all'insediamento perché si trovava a monte dell'ansa del fiume, in prossimità del guado costituito dall'Isola Tiberina, e traeva notevoli vantaggi, oltre che dalla posizione strategica di controllo di tutto il traffico fluviale, dal trovarsi all'incrocio di due importanti direttrici commerciali: quella che dall'Etruria portava alle ricche terre della Campania - e quindi dell'Italia greca - e la via del sale, la Salaria, che dalle saline, poste alla foce del Tevere, risaliva, lungo la valle del fiume, fino al cuore dell'Appennino. Ciò le permise di svilupparsi rapidamente, fino ad assorbire le comunità latine dei colli Viminale e Capitolino, insieme ad una comunità sabina che risiedeva sul Quirinale. Ciononostante, continuò a far parte della più grande lega di città latine che aveva il suo centro politico in Albalonga, sui colli Albani, e a poco a poco, attraverso lotte e guerre quasi continue, divenne la capitale del Lazio.

I sette re di Roma tra storia e leggenda

Secondo la tradizione, i sovrani di Roma furono i seguenti:

Romolo (753-715 a.C.), la cui storicità è forse da rifiutare poiché sarebbe, secondo alcuni, solo il fittizio eroe eponimo della città di Roma; non manca però chi, anche recentemente, sulla scorta degli scavi archeologici sul colle Palatino – ove la città romulea sarebbe sorta – ne ripropone una possibile dimensione storica.

Numa Pompilio (715-676/672 a.C.), al quale è attribuita l'istituzione di numerosi sacerdozi e pratiche religiose, che gli sarebbero state ispirate dalla ninfa Egeria; anche per lui, come per il suo predecessore, la sovrapposizione storia-mito appare evidente: dopo Romolo, re latino, feroce difensore della città da lui fondata, la tradizione ha voluto porre un re sabino, pio, che avrebbe incivilito la tempra guerriera del popolo romano.

Tullo Ostilio (673-641 a.C.), re bellicoso, che distrusse Alba Longa e combatté contro i sabini.

Anco Marzio (640-616 ca. a.C.), noto per aver fatto costruire il porto di Ostia (che però l'archeologia sembrerebbe datare in epoca successiva) e aver conquistato numerose città latine, i cui abitanti vennero trasferiti a Roma.

Lucio Tarquinio Prisco (616-578 a.C.), di origini etrusche (fu forse un lucumone originario di Tarquinia), famoso per i suoi successi militari contro le popolazioni confinanti e per aver fatto costruire numerosi edifici pubblici; con lui ebbe inizio la dominazione etrusca di Roma.

Servio Tullio (578-535 a.C.), che eresse e poi ampliò le mura della città e introdusse, secondo la tradizione, una riforma militare; rappresenta, forse, una temporanea interruzione della dominazione etrusca, anche se c'è chi ha visto in lui la figura del condottiero Mastarna (corrispondente al latino magister, cioè "capo") propria della tradizione etrusca.

Tarquinio il Superbo (534-510 a.C.), che la tradizione dipinge come un tiranno; la sua cacciata coincise con la fine della dominazione etrusca e con l'inizio dell'età repubblicana.

Sebbene i nomi, le date e gli eventi del periodo monarchico appartengano in larga parte alla sfera del mito, esistono precise testimonianze del fatto che la prima forma di governo a Roma fu di tipo monarchico: lo provano le fonti antiche (celebre la narrazione dell'età arcaica fatta dallo storico Tito Livio), ma lo ribadiscono anche alcuni aspetti della religiosità romana d'epoca successiva. Ad esempio, la figura del rex sacrorum, officiante dei sacrifici in epoca repubblicana, attesta la presenza nella tradizione latina della parola rex, cioè "re"; inoltre, tutti gli anni i romani festeggiavano proprio la festività del regifugium, ovvero della "fuga del re", che ricorda la cacciata di Tarquinio il Superbo da Roma e la fine dell'età regia. E anche nel rigoroso rispetto della collegialità nelle magistrature d'epoca repubblicana si è voluta vedere una sorta di reazione alla natura autocratica del potere monarchico, considerato un "capitolo chiuso" nella storia del popolo romano.

Esistono pure testimonianze del fatto che la fondazione originaria abbia acquisito sempre maggior potere, inglobando in sé i villaggi limitrofi. Da un lato, infatti, è di supporto a questo riguardo la documentazione archeologica; dall'altro la persistenza della festività annuale del septimontium, che ricordava ai romani delle età successive la federazione di sette villaggi primitivi conseguita alla fondazione romulea sul Palatino. La tradizione, in realtà, ne menziona addirittura otto (Palatino, Velia, Fagutale, Subura, Germalo, Oppio, Celio, Cispio): se la loro unione sia stata una lenta e progressiva aggregazione al nucleo originario o una forma di sinecismo imposta da un'autorità politica (gli etruschi?) è difficile dire.

È inoltre provata la conquista di Roma da parte degli etruschi, con la conseguente affermazione di una dinastia di origine etrusca, i Tarquini, la cui cacciata, come già si è detto, corrispose alla fine della monarchia. Le tracce della dominazione etrusca sono molteplici, a cominciare dagli attributi esteriori del potere politico (toghe, fasci, anelli, seggi), che – di sicura origine etrusca – accompagnarono tutta la storia romana; notevoli anche gli influssi etruschi sulla religione di Roma (si pensi soprattutto alle pratiche divinatorie), che si fusero e integrarono con la religiosità delle popolazioni indoeuropee che concorsero a formare la civiltà romana. E anche sull'architettura sacra non mancarono influenze etrusche, se è vero che sotto il regno di Servio Tullio sarebbe sorto sul colle capitolino un tempio di tipo etrusco, in mattoni, dedicato a Giove, Giunone e Minerva: la prima fondazione, cioè, del tempio della cosiddetta "triade capitolina", la cui esistenza si identificherà poi con l'esistenza stessa della città di Roma.

La nascita della repubblica

La tradizione è concorde nell'ammettere che il passaggio dal governo monarchico a quello repubblicano avvenne in modo drammatico, cioè per l'espulsione violenta di Tarquinio il Superbo, provocata dall'oltraggio del figlio di lui nei confronti di Lucrezia, e per la conseguente elezione a consoli di Bruto e Collatino (509 a.C.). Se l'episodio si deve dunque qualificare come spontanea rivolta popolare, è però legittimo il sospetto che tale rivolta non fosse diretta tanto a porre fine alla dominazione degli etruschi (il particolare episodio di Lucrezia potrebbe essere leggenda nata "a posteriori") quanto a frenare lo strapotere raggiunto dalle famiglie nobili ormai chiaramente insofferenti dell'autorità del re. Per altro, il passaggio non comportò un mutamento radicale delle istituzioni pubbliche e delle condizioni generali di vita e neanche, nel primo periodo, dell'orientamento in politica estera. Resta tuttavia il fatto che presto nella coscienza di tutti si creò la convinzione che la fine del governo monarchico significasse l'affermazione della sovranità popolare su quella di uno solo o di pochi. Res publica, osserva Cicerone, vuol dire res populi.

Seguitemi in: un tour intorno a Roma alla scoperta dei luoghi più belli e affascinanti.



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Le fontane di Roma

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Fontana delle Tartarughe
Le fontane di Roma rappresentano una delle più insigni bellezze e delle maggiori caratteristiche della capitale d'Italia. Ai tempi degli imperatori romani, da Augusto a Teodosio, l'Urbe possedeva undici acquedotti, dei quali possiamo ancor oggi ammirare alcune grandiose rovine che alimentavano d'acqua circa un migliaio di bagni pubblici, 1200 tra fontane, ninfei, castelli d'acqua e grandi terme.
Dopo le invasioni barbariche,durante il Medioevo, in molte città italiane, dove fiorivano liberi Comuni o cominciavano ad affacciarsi le prime Signorie, il problema dell'acqua e delle fontane venne preso in seria considerazione. A Roma non ci si preoccupava di esso, essendo più che sufficiente l'acqua del Tevere per il fabbisogno della popolazione e dei pellegrini.  Fu solo verso la metà del 1500 che Papa Giulio III si ripropone il quesito di costruire bagni pubblici e ne ordina uno sulla via Flaminia. Bisogna giungere alla fine del XVI secolo per vedere veramente fiorire le fontane di Roma.

Di questo periodo è la "Fontana delle Tartarughe", la più bella dal punto di vista artistico, progettata da Giacomo della Porta (1540 circa-1602) ed eseguita probabilmente da Taddeo Landini. Altri attribuiscono la creazione di quelle forme aggraziate e di tutto quel leggiadro movimento a Raffaello Sanzio. Si ammirano quattro giovanetti che trattengono con un piede ed una mano quattro piccole tartarughe in atto di abbeverarsi alla conca superiore. La fontana si trova nella piazzetta Mattei, un pò chiusa fra severi palazzi all'ingresso dell'antico ghetto, il quartiere degli ebrei.

Fontana del Facchino
Numerose altre fontane costruite dallo stesso Della Porta sono sparse qua e là per la capitale: a S. Maria in Campidelli, sotto la scalinata dell'Aracoeli, in Piazza Colonna, a Madonna dei Monti. Anche la cosiddetta "Fontanella del Facchino", appartiene a quell'epoca. Essa rappresenta un facchino in atto di reggere un barilotto da cui zampilla l'acqua.

Tra la fine del secolo XVI e l'inizio del XVII, Roma si arricchisce di numerose pregevoli fontane dovute all'attività dell'architetto Domenico Fontana (1543-1607), apprezzatissimo dal Papa Pio V, e famoso soprattutto, per l'erezione dell'obelisco di Piazza S. Pietro. Su progetto del Fontana fu costruita la "Mostra dell'Acqua Felice" o "Fontanone dell'Acqua Felice", decorato di statue, divise in tre scomparti, a soggetto biblico, omaggio voluto dai Papi della Controriforma in contrapposto ai soliti soggetti pagani.

Fontanone dell'Acqua Felice



...Continua


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Le fontane di Roma...seconda parte

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Fontana del Quirinale o dei Diòscuri
Su progetto del Fontana fu pure costruita la "Fontana del Quirinale", che fu composta con elementi preesistenti. Infatti la grande vasca era quella che si trovava allora nel recinto del Foro romano, e serviva da abbeveratoio per animali. Sulla base delle statue che la sormontano, esiste un'iscrizione che le attribuisce a Fidia e Prassitele, i più celebri scultori greci. Tutti i critici moderni sono concordi nel disconoscere tale diretta paternità, ma è certo che le statue dei Diòscuri, appartengono all'epoca romana. Così com'è noto i Diòscuri erano i due gemelli Castore e Polluce, figli di Leda e di Zeus, trasformati in astri e collocati nel segno zodiacale dei Gemelli.


Moostra dell'Acqua Paola
Altra celebre vasca del Fontana è la cosiddetta "Mostra dell'Acqua Paola" sul colle Gianicolo, la più famosa, "mostra d'acqua" di Roma. Pure di Domenico Fontana sono le Quattro Fontane, una per ciascun angolo, nel quadrivio omonimo, e la "Fontana dell'Obelisco" in Piazza S. Giovanni. Il primo ad escogitare l'idea di lanciare in alto, verso il cielo, zampilli d'acqua, fu Carlo Maderna. Fu una vera rivoluzione: l'acqua allora, non era più soltanto la ragione per cui si costruiva la fontana, ma diventava addirittura un elemento integrante l'architettura stessa. Suo è, ad esempio, il progetto delle due vasche di piazza S. Pietro, che hanno due conche ciascuna. Invece di essere entrambe concave, l'inferiore è rivolta in su e la superiore è rovesciata all'in giù; da questa si stacca lo zampillo che ricade sulla tazza rovesciata.


Una delle vasche di Piazza San Pietro.

Se le fontane di piazza S. Pietro furono progettate da Carlo Maderna, nato nel 1556 e morto nel 1629, tutti sanno che il celeberrimo colonnato della stessa piazza è opera del genio di Gianlorenzo Bernini (1598-1680), la cui fama è legata anche ad una delle più celebri fontane di Roma: quella centrale di piazza Navona. Dobbiamo pensare che Gianlorenzo ereditò la passione per le fontane, perchè è di suo padre, Pietro, la famosa "Barcaccia" di Piazza di Spagna. Siccome in questo punto l'acqua non aveva slancio sufficiente per salire, Pietro Bernini pensò di costruire una fontana senza zampilli. Vi è rappresentata una nave sul punto di affondare; già immersa nell'acqua, la "barcaccia" sembra dover essere sommersa da un momento all'altro e la scena ha un tono veramente suggestivo. Anche il figlio Gianlorenzo, trovatosi nella necessità di costruire una fontana in un punto in cui 'acqua era scarsa, dovette ricorrere ad un espediente per creare qualcosa di grandioso...


Ma questa è un'altra storia....continua

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Le fontane di Roma...terza parte

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Fontana del Tritone
Ed ecco il "Tritone", che caratterizza uno dei punti più intricati del traffico romano: piazza Barberini. Appoggiata ai delfini che la sorreggono con la coda, una grande conchiglia apre le sue valve a sostenere un tritone-un mostro marino di tre nature: pesce nella parte inferiore, cavallo nel petto e nelle zampe anteriori e uomo nella parte superiore del corpo,- capace di sollevare o placare le tempeste, per mezzo di una grande conchiglia marina usata come tromba, secondo gli ordini del dio del mare Nettuno. Però tutto il suo fiato ed il suo impegno sono appena sufficienti a far zampillare un modesto getto d'acqua che subito ricade.


Fontana dei Fiumi
E' opportuno ricordare che per l'erezione della fontana centrale di Piazza Navona, una delle più celebri di Roma, detta anche la "Fontana dei Fiumi", era stato indetto un concorso. Il Bernini, che non vi era stato invitato perchè caduto in disgrazia presso la Corte pontificia, non si perse d'animo e riuscì ugualmente a far collocare il suo progetto in una delle sale del palazzo del Papa. Tutto si svolse secondo le speranze del grande scultore. Infatti Innocenzo X, quando vide il progetto, se ne entusiasmò e affidò l'esecuzione della fontana allo stesso Bernini che, con il desiato incarico, riacquistò gli antichi onori. Una delle ragioni per cui il Bernini aspirava all'esecuzione di quella fontana era che, in piazza Navona, proprio dove avrebbe dovuto sorgere la "Fontana dei Fiumi", si ergeva, - e vi si trova tuttora,- la chiesa di S. Agnese, opera di Francesco Borromini, suo acerrimo nemico e rivale. La "Fontana dei Fiumi", infatti fu esattamente pensata dal Bernini per innalzarla di fronte alla suddetta chiesa: tre dei quattro fiumi raffigurati, il Nilo (Africa),il Gange, (Asia) e il Danubio (Europa) distolgono lo sguardo dalla chiesa, come se non volessero vederne, si malignò, le imperfezioni architettoniche. Solo il Rio della Plata che simbolizza l'America è rivolto verso la chiesa, ma con atteggiamento di vero terrore, quasi che abbia timore che il campanile di S. Agnese gli precipiti addosso, tanto il Bernini dubitava della stabilità dell'opera del rivale.

Oltre a queste quattro statue, attorno al grande bacino di ventitrè metri di diametro, si osservano altri simboli dei quattro continenti allora conosciuti: un leone, alcuni ciuffi d'agave, un cavallo galoppante e un serpente, il tutto come sferzato da un vento impetuoso. Il complesso è sormontato da un imponente obelisco che, - unica cosa stabile e sicura in mezzo a tanto movimento, - è un'imitazione romana degli antichi obelischi egiziani. Proviene dal Circo di Massenzio e poggia sulla scogliera dei fiumi, sotto la quale si apre il vuoto.


...Continua

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Le stupende fontane di Roma...quarta parte

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Fontana del Moro

Nella stessa piazza Navona un'altra delle tre fontane appartiene pure al Bernini; e precisamente quella al lato sud della piazza: la cosiddetta  "fontana del Moro", dalla figura di Etiope che stringe un delfino. Anche di questa come della precedente, il progetto fu ideato da Gianlorenzo Bernini, che per l'esecuzione si valse anche dell'opera dei suoi allievi.

Fontana di trevi
Alla fine del secolo XVII nasceva in Roma l'autore della "Fontana di Trevi", forse la più celebre di tutte le fontane romane per la diffusa leggenda che corre su di essa: chi getta un soldino nella Fontana di Trevi è sicuro di ritornare a Roma entro un anno. E' appoggiata sulla facciata sud di palazzo Poli ed il suo complesso è veramente singolare per il movimento, l'ardire di linee, il fragoroso scroscio delle acque.

L'ultima in ordine cronologico, delle celebri fontane romane è quella detta delle Najadi a piazza dell'Esedra. Le Najadi, secondo la mitologia, erano le ninfe delle acque. Un episodio interessante che si collega a questa fontana, pure assai graziosa nel movimento delle sue figure femminili aggiunte più tardi ad opera del Rutelli (1901), è che essa fu inaugurata dal Papa Pio IX dieci giorni prima della famosa breccia di Porta Pia e, cioè, il 10 settembre 1870.


Fontana delle Najadi



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Schemi per il filet: Copriletto a filet con greche e stelle

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Un copriletto lavorato a rete filet con greche e stelle. Il copriletto si realizza in un solo pezzo e la bordura viene confezionata separatamente e attaccata tutt'attorno con l'ago, a punti nascosti.

Per le spiegazioni: per salvare le immagini nelle dimensioni reali, cliccaci sopra, si apriranno in un'altra pagina, poi clicca sul tasto destro del mouse e scegli "salva immagine con nome", una volta sul tuo computer apri lo schema con il programma "Paint".





















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Schemi per il filet: Quadro con figura

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Un figura d'epoca realizzata a filet, da usare per realizzare un quadro o una tenda. Occorrente necessario g 300 di cotone del n. 16 e 1 uncinetto del n. 1,25. Il quadro si incomincia dalla base e si lavora per l'altezza; per il numero di catenelle da avviare contare i quadretti dello schema. Terminato il lavoro attorno alla parte lavorata all'uncinetto fare un'orlatura in raso rosso alta circa 3 cm. Quindi montare il quadro su un velluto rosso e mettere attorno una cornice.

Per le spiegazioni: per salvare le immagini nelle dimensioni reali, cliccaci sopra, si apriranno in un'altra pagina, poi clicca sul tasto destro del mouse e scegli "salva immagine con nome", una volta sul tuo computer apri lo schema con il programma "Paint".





















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